Il grande successo dell’americano Kitchen Knightmares, lo show televisivo reso celeberrimo da Gordon Ramsey – chef senza peli sulla lingua – ha spinto i produttori della Fox a realizzare una versione tutta italiana del programma. La versione nostrana di Cucine da incubo, che arriverà sui nostri teleschermi a partire dal 15 maggio su Fox Life, ha un format leggermente diverso rispetto al suo originale.
Un grande chef italiano a risollevare le sorti di ristoranti in crisi
La conduzione del programma culinario è affidata ad Antonio Cannavacciuolo, chef partenopeo pluristellato.
Il cuoco napoletano si impegnerà, nel corso delle dieci puntate, a risollevare le sorti di altrettanti ristoranti sull’orlo del baratro. Entrerà nelle loro cucine, ispezionerà le dispense ed esaminerà bilanci e risorse, perchè salvare un ristorante non significa solo migliorare la cucina ma insegnare a gestire bene un’impresa. Il sogno del conduttore? “Scoprire che i dieci ristoratori sono riusciti a tenere aperti i loro ristoranti”.
Sara D’Amico, responsabile produzione Fox, è stata una dei promotori della scelta di Cannavacciuolo come possibile erede di Ramsey; come possiamo leggere sulla pagina ufficiale del programma, dichiara infatti: ”Come abbiamo scelto Antonino? Con una ricerca molto impegnativa. Volevamo un tocco di italianità. Dopo aver visto una trentina di chef stellati, tutti molto autorevoli e competenti, ci siamo rivolti a lui. Una persona molto riservata, che fa il suo lavoro quasi nell’ombra. Cannavacciuolo non è unicamente uno chef, ma anche un imprenditore. Questo non è solo un programma di cucina, ma un programma che aiuta e si occupa di reimpostare completamente gli aspetti economici, organizzativi e prettamente gestionali del ristorante”. Differenze sostanziali anche nel carattere dei due cuochi: “Antonino è una persona molto più simpatica, ma anche umana, rispetto a Gordon Ramsay; crea una grande empatia. Di sicuro, e in un periodo di crisi ancor di più, l’abilità manageriale funziona. Serve pragmatismo, non solo passione e cuore. E’ difficile farsi aprire le porte delle cucine italiane, essere accolti e inserirsi nelle loro dinamiche, solitamente di tipo familiare. Spesso c’è una grande presunzione genetica: sono italiano e quindi devo saper gestire un ristorante. Per questo insegniamo a fare i ristoratori, non solo gli chef.»
Questi i numeri di Cucine da incubo: 350 ristoranti di tutta Italia visitati, 10 ristoranti sull’orlo del fallimento per 10 puntate, 10 menu rivisitati completamente, 40 staff rimessi in riga, 500 ore di riprese, 220 ore di makeover dei ristoranti.
Antonino Cannavacciolo chef ed imprenditore di successo
Stiamo parlando di uno degli chef italiani più quotati in Italia. Classe 1975, gira per le cucine sin da piccolo sotto l’ala del padre professore di un istituto alberghiero. Oggi è titolare del famosissimo hotel ristorante Villa Crespi in Piemonte; la sua pagella? Due stelle Michelin, tre forchette Gambero Rosso e tre cappelli l’Espresso.
Le sue grandi doti culinarie si fondono con l’abilità manageriale; simpatia e genuinità nostrane saranno il perfetto condimento. Ma attenzione, ecco cosa dice di lui il suo predecessore nella promo della versione italiana: “Ciao, sono Gordon Ramsey. Pensate che io sia cattivo? Dovreste vedere il mio amico Antonino Cannavacciouolo!”